Vi si ritrae un'ampia vista di un laghetto, contornato da vegetazione e popolato da fauna tipicamente lacustre. In prima piano e' visibile anche una parte subacquea.
Sullo sfondo del cielo compare, appena percettibile eppure chiaramente identificabile, il simbolo del Tao i cui contorni, nella parte al di sotto dell'orizzonte, vengono ripresi dagli elementi naturali che compongono il dipinto ( le canne sulla destra e il salice con le radici affondate nell'acqua sulla sinistra).
Sulla superficie dell'acqua, dove galleggiano fiori e foglie di ninfea e dove scivola una coppia di cigni di cordoba, e' presente anche un'insolita coppia di bambini-farfalla che giocano. La bambina, adornata dalle ali di una farfalla Monarca, saltella, allegramente soddisfatta degli schizzi d'acqua che solleva con i piedi, mentre il bambino, con le ali di una farfalla Apollo, si cimenta in una ruota sulla superficie dell'acqua.
Come gia' spiegato altrove, la farfalla e' simbolo dell'anima (vedi “La chiave”), e, quando l'anima trova e rimane al centro del grande Tao, essa e' in grado di andare oltre l'illusorieta' della materia fino poterla manipolare a proprio piacimento (come appunto camminare sull'acqua).
Sulla sinistra del dipinto sono raffigurati tre elementi simbolicamente importanti: un gufo di palude, una ragnatela e un frammento di pergamena fluttuante nel vento.
Il gufo, come gia' detto altrove, e' simbolo di sapienza, ma l'opera ci mette in guardia dal rischio che tale sapienza possa diventare una trappola (la ragnatela) quando le “teorie” portano che vi si diletta, ad un volersi sottrarre alla realta' per rifugiarsi in inutili speculazioni intellettuali.
La ragnatela e' stata realizzata con il fosforo 30, ed e' quindi luminescente al buio.
Infine, la pergamena che leggera vola e che risulta inafferrabile ai piu', reca il quinto passo del “Tao te Ching” di Lao Tzu, che recita:
Il cielo e la terra non sono sentimentali;
nulla considerano indispensabile.
Nemmeno il saggio e' sentimentale;
egli considera ogni cosa effimera e transitoria.
Il Tao e' come un mantice:
vuoto, eppure inesauribile.
Piu' lo utilizzi, piu' produce.
Ma se ne parli troppo,
la tua comprensione si esaurisce.
Semplicemente rimani al centro del circolo.